La sostenibilità ha bisogno di nuovi manager

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La sostenibilità ha bisogno di nuovi manager

Transizione energetica, economia circolare, sostenibilità sono i grandi temi che delineano la fisionomia di un sistema economico che comincia nel presente e che orienterà inevitabilmente il futuro. Ogni attività economica è chiamata ad allinearsi con i valori etico-economici di cui questo nuovo sistema è portatore. Per rendere possibile tale processo sappiamo che sono necessari cambiamenti strutturali che coinvolgano lo Stato e le istituzioni, tuttavia esistono anche altri aspetti che devono essere presi in considerazione per poter garantirne la riuscita. Ricordiamoci che per ogni rivoluzione economica è necessaria una rivoluzione culturale che scardini le dinamiche di ancoraggio alla sicurezza del già conosciuto.

Cambiare la cultura per innovare la produzione
Le imprese per essere sostenibili hanno bisogno di una policy e un’organizzazione interne definite e orientate chiaramente verso valori che rispondono alle esigenze territoriali e sociali. L’impresa ha la responsabilità di sviluppare benessere nel territorio in cui si radica, questo obiettivo orientare le scelte manageriali. In altre parole, non bisogna cambiare solo il modo di produrre, deve cambiare la cultura della governance imprenditoriale. A volte diamo per scontato una certa capacità di accettazione del nuovo, in realtà, in strutture più o meno solide, il cambiamento spesso è sentito con diffidenza e paura, quindi, viene evitato fintantoché non diventi necessario. Per questo risulta necessario aprire un dibattito sulla gestione delle imprese sostenibili, per evitare di incorrere all’ineluttabile in maniera violenta, concedendo alle nuove attività nascenti una mappa per potersi interpretare all’interno di nuovi valori economici.

Interpretazione della governance
Per procedere all’individuazione delle competenze manageriali essenziali, bisogna chiarire le responsabilità che pertengono alla figura dirigenziale. È necessario quindi partire dalla valutazione del ruolo rappresentato dall’impresa nei confronti del territorio in tutti i suoi aspetti -ambientale, sociale e culturale. Tale ruolo costituisce la base e la spinta verso una crescita economica improntata alla riduzione degli sprechi e alla valorizzazione della risorsa. Infatti, i principi di sostenibilità, oltre ad essere degli orientamenti etici per la conduzione d’impresa, sono il presupposto di un’effettiva economia reale caratterizzata da una prospettiva di lungo periodo, più solida, più equa nella redistribuzione del reddito, e che favorisca lo sviluppo di imprese innovative e competitive.

Inoltre, valorizzare i territori significa mettere al centro le possibilità di crescita della risorsa umana. L’economia circolare possiede un alto potenziale occupazionale che può garantire un benessere sociale diffuso. Per fare impresa attraverso tale visione è necessario inserirsi all’interno di un percorso di investimento su attività economiche sostenibili, all’avanguardia e differenziate, che coprano tutti gli aspetti del processo: dalla progettualità, passando per produttività e consumo, fino al riciclo.

Le competenze dei nuovi manager
Alla luce dell’interpretazione degli obiettivi imprenditoriali, è possibile individuare le necessarie competenze manageriali partendo da tre fondamentali ambiti di gestione: cicli produttivi, gestione del personale e investimenti.

Cicli produttivi
Per quanto riguarda i cicli produttivi, una corretta direzione ha come guida la riduzione costante dei consumi, il perseguimento di efficientamento della risorsa-energia, la ricerca di una sempre maggior qualità produttiva con la preservazione dell’habitat circostante.

Gestione del personale
La capacità di un’efficacia gestione del personale è alla base della buona e duratura crescita economica dell’attività. In primis bisogna monitorare continuamente i livelli e le pratiche che garantiscono la sicurezza sul lavoro. È necessario creare occupazione dignitosa che permetta la professionalizzazione e l’integrazione di competenze, attraverso la valorizzazione del potenziale umano. Questo avviene anche attraverso l’organizzazione efficiente e dinamica del personale all’interno dei processi produttivi e lo sviluppo di percorsi di formazione e ricerca. Il benessere del lavoratore deve essere considerato alla base di una concreta cooperazione sociale volta alla condivisione di know-how e dei valori culturali propri dello sviluppo sostenibile con le comunità territoriali. L’impresa non è solo dell’imprenditore ma è anche delle persone che ci lavorano.

Investimenti
Da quanto emerso è evidente che gli investimenti devono essere sempre volti allo sviluppo dei processi di efficienza e di riduzione degli sprechi, al potenziamento del Capitale Umano, e allo sviluppo di tecnologie per cicli produttivi e di consumo sostenibili. I beni strumentali sui quali investire devono prevedere una lunga utilizzabilità e riparabilità. Lo sviluppo economico deve avere un andamento sostenibile, paziente e solido. Risparmiare sui buoni investimenti oggi, significa perdere domani margini e potenzialità di crescita di lungo periodo.

Queste sono le direttive per progettare una governance che non aspetta la necessità di cambiare ma che diventa protagonista del cambiamento. Essere consapevoli delle esigenze economiche, ambientali e sociali ci rende capaci di creare un’economia proattiva e prevenire ulteriori ferite al tessuto economico. Questo è possibile solo attraverso un cambiamento culturale manageriale che metta alla prova e misuri le nostre capacità nella trasformazione della materia e del pensiero.

 

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